Mosche

Le mosche sono insetti appartenenti, insieme alle zanzare, all’ordine dei ditteri, ossia insetti “con due ali”. Le mosche costituiscono il veicolo di numerose malattie infettive (da batteri, funghi, virus) e parassitarie1,2. Le mosche frequentano ambienti sporchi e veicolano particelle di sporco contaminato attraverso le zampe, gli aculei che le rivestono, nonché la defecazione, il vomito e il rigurgito, oppure attraverso le punture con cui alcune specie si nutrono di sangue. 

Ascolta l'opinione del  Dott. Mauro Marmiroli, medico veterinario buiatra, sull'importanza del controllo delle mosche in stalle di vacche da latte


Mosche

Le mosche occupano un ruolo di rilievo nella potenziale diffusione di malattie da animali malati ad animali sani, oppure dall’ambiente contaminato agli animali stessi. Possiamo considerare le mosche come una sorta di “specchio microbiologico” dell’ambiente che frequentano: minore è il livello di igiene ambientale e maggiore è l’incidenza delle mosche come veicolo di malattie. Le mosche, tuttavia, volano e possono farlo anche su distanze di alcuni chilometri, soprattutto in concomitanza di correnti di vento.

Sono numerose le specie di mosche che si adattano all’ambiente di allevamento delle varie specie animali: bovini, ovicaprini, suini, avicoli, cavalli etc. e in questo modo possono facilmente svolgere un ruolo nocivo su vari fronti3.

Fig. 1 -Tipologie di mosche comunemente diffuse negli allevamenti

Alcune specie muscine sono tipiche di determinate condizioni zootecniche: specie allevata, meteo, stagionalità, altitudine e microclima, tipo di capannone, tipo di lettiera o di liquame ecc. Questa variabilità impone quindi di lavorare sul controllo delle mosche in maniera flessibile, cercando di collocare il ciclo di vita nell’ambiente in esame e di individuare le metodiche di controllo più adatte. Da una parte, quindi, si tratta di “conoscere il nemico”,e dall’altra di conoscere a fondo come applicare le giuste tecniche di controllo.

Conoscere il nemico: il ciclo vitale delle mosche

Il ciclo vitale delle mosche, per tutte le specie, è sempre articolato in quattro fasi: uova, larve, pupe, adulti. Per semplicità prendiamo in considerazione la “mosca tipo”, ovvero la mosca comune Musca domestica3.

Fig. 2 –Il ciclo biologico delle mosche

Dopo l’accoppiamento, la femmina adulta depone uova in corrispondenza di accumuli di sostanza organica (letame, liquame, materiale vegetale e animale marcescente). 

Da queste schiudono larve che attraversano tre stadi: prima, seconda e terza età, che aumentano progressivamente di taglia.

Le  larve  di  prima  e  di  seconda  età  tendono  a  rifuggire  dalla  luce  e  si  pongono  in  un  punto  di equilibrio tra disponibilità di sostanze nutrienti facilmente assimilabili e ossigeno.

Le larve di terza età, invece, vanno in cerca di aree più asciutte e superficiali: qui si rivestono di un guscio chitinoso e si trasformano in pupe. Questa fase è caratterizzata da assenza di nutrizione e  rappresenta  una  forma  di  resistenza  grazie  alla  quale  la  larva  può  sopravvivere  a  condizioni avverse, quali, tipicamente, il freddo dell’inverno.

All’interno della pupa, la larva compie la metamorfosi finale trasformandosi in insetto adulto. Al momento opportuno, l’adulto fuoriesce dalla pupa, distende le ali e si asciuga, dopodiché, nel giro di pochi giorni, è pronto per la riproduzione.

La durata complessiva del ciclo vitale dipende principalmente dalla temperatura ambientale, e si svolge in un intervallo compreso tra 15°C e 35°C. Oltre questi limiti le mosche sospendono le attività riproduttive. Quando fa molto freddo sono praticamente solo le pupe a sopravvivere: esse si schiuderanno in primavera ai primi aumenti di temperatura, generando le prime mosche della bella stagione. A temperature molto alte, tipiche di alcuni climi, le mosche adulte si rifugiano in ambienti più freschi aspettando di riprendere le attività quando le condizioni saranno più favorevoli.

Fig. 3 -Tabella tempo-temperatura del ciclo biologico di Musca domestica³

Esiste un rapporto di 1:4 tra adulti da una parte e uova dall’altra³: da qui l’importanza di attuare una lotta contro le forme immature ancora prima che contro gli adulti. Sapendo poi che le pupe risultano refrattarie ai trattamenti chimici, la lotta moschicida ottimale deve essere condotta su larve e adulte, con particolare attenzione alle larve.

Fig.4 - Mosche adulte: solo la punta dell’iceberg

Tecniche di controllo

La lotta alle mosche è un compito difficile che può essere affrontato con tecniche diverse: fisiche, chimiche e biologiche, ciascuna caratterizzata da aspetti positivi e negativi. Una buona lotta alle mosche passa da:

  • Corretta identificazione delle specie muscine
  • Piano di controllo mirato sia sugli adulti che sulle larve 
  • Igiene ambientale: allontanamento frequente della sostanza organica e trattamento della stessa (essicazione, copertura con teli per generare un effetto serra).
  • Presidi fissi (porte e finestre chiuse o munite di zanzariere)

Le tecniche chimiche riguardano l’uso di sostanze biocide che mirano a uccidere le larve oppure gli adulti. Prodotti larvicidi includono solitamente soluzioni di tipo “IGR” (Insect Growth Regulator) che agiscono interferendo, con meccanismi di vario tipo, nella metamorfosi delle larve. Devono essere applicati laddove c’è sviluppo delle larve, quindi normalmente in corrispondenza degli accumuli di sostanza organica.

Per quanto riguarda gli adulticidi, occorre distinguere tra prodotti abbattenti e residuali. I primi producono un effetto in un lasso di tempo molto ridotto (minuti), ma facilmente hanno una durata limitata a poche ore o pochi giorni, secondo la formulazione. I prodotti residuali producono invece un effetto a distanza di minuti od ore e hanno una durabilità (residualità) di vari giorni o settimane. Oltre al principio attivo, l’efficacia dei prodotti dipende molto anche dalla formulazione, nella quale giocano naturalmente un ruolo importante le sostanze eccipienti. I prodotti adulticidi sono di norma applicati sulle strutture dove le mosche si raggruppano, oppure sulle aree di verde (alberature, cespugli…) dove le mosche trovano rifugio. 

Alcuni specifici abbattenti svolgono un effetto di repulsione, allontanando gli insetti senza necessariamente ucciderli.

Tra i prodotti adulticidi ricordiamo anche formulazioni per applicazione topica sugli animali o con targhette auricolari. 

Una buona strategia di controllo chimico delle mosche comprende sempre un approccio trasversale comprendente le tre classi: larvicidi, adulticidi abbattenti e adulticidi residuali. Elanco offre soluzioni a livello di lotta larvicida e adulticida residuale.



Bibliografia mosche
1. Mehlhorn H. (2012) Arthropods as vectors of emerging diseases – Parasityology Research Monograph – Heinrich Heine University Duesseldorf – Germany
2. Förster, M., Klimpel, S., Mehlhorn, H. et al. Pilot study on synanthropic flies (e.g. Musca, Sarcophaga, Calliphora, Fannia, Lucilia, Stomoxys) as vectors of pathogenic microorganisms Parasitol Res (2007) 101: 243. doi:10.1007/s00436-007-0522-y
3. Richard C. Axtell (2002) Fly control in confined livestock and poultry production. Novartis Animal Health Technical Monograph. Single Volume.


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